Michele Tagliavini è nato a Padova. Ha studiato inglese, francese e spagnolo, e questo gli ha permesso di viaggiare molto e di conoscere la cultura e la storia di diversi Paesi. All’università Ca’ Foscari Venezia ha studiato Economics & Management in triennale per poi dedicarsi nella specialistica a International Management, un percorso che lo ha entusiasmato per i progetti e le aziende con cui è entrato in contatto nei vari experior projects e per la possibilità di studiare in maniera approfondita le diverse strategie di gestione di un’azienda di fronte alle tante dinamiche globali. L’abbiamo intervistato per il blog di Upskill 4.0!
Hai appena ottenuto un assegno di ricerca: di cosa si tratta?
Da marzo di quest’anno lavoro come assegnista di ricerca del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari per un progetto Horizon Europe all’interno del programma New European Bauhaus dal titolo “Bauhaus of the Seas Sails”. Si tratta di un progetto di rigenerazione urbana e territoriale che coinvolge 7 città costiere d’Europa: Venezia, Genova, Lisbona, Oeiras, Amburgo, Malmö, Delta (Olanda). Ogni città ha delle sfide da risolvere in campo di rigenerazione seguendo un filo comune dettato dal rapporto di ciascuna di esse con l’elemento acqua, chi sotto forma di Oceano, chi di mare, di fiume o di laguna. L’obiettivo è quello di ripensare al rapporto uomo/natura nelle città per rendere la nostra vita quotidiana più sostenibile possibile da un punto di vista ambientale, sociale ed economico. Una ricerca molto appassionante, sia perché mi permette di conoscere e visitare realtà europee che finora non conoscevo, sia perché mi da la possibilità di approfondire un tema che mi appassiona molto come quello della rigenerazione urbana, al quale mi sono avvicinato grazie ai progetti Upskill. L’idea di poter dare il mio contributo in un progetto europeo così importante per risolvere sfide complesse che riguardano il nostro futuro è fonte di grande orgoglio ed energia.
Come è iniziato il tuo percorso in Upskill 4.0 e di cosa ti occupi?
Dalla laurea al lavoro in Upskill 4.0 il passaggio è stato brevissimo, giusto agosto di mezzo. Ho iniziato il mio percorso nel settembre 2021, dopo aver conosciuto i primi volti di Upskill 4.0 durante la magistrale. Il mio lavoro consiste nel gestire i progetti di innovazione di upskill, da un lato seguendo diversi gruppi di studenti ITS e guidandoli attraverso la metodologia del Design Thinking per arrivare al prototipo finale, dall’altro gestendo i rapporti e i contatti con le realtà imprenditoriali partecipanti.
Parallelamente ad Upskill 4.0, nel 2022 ho avuto il piacere di approfondire la metodologia del Design Thinking attraverso una borsa di ricerca che indagava l’utilizzo del Design Thinking come leva per lo sviluppo tecnologico delle PMI. Sono convinto che l’attività di ricerca abbinata alla realizzazione di progetti veri e propri sia il giusto mix per un apprendimento completo. Lo è stato per il Design Thinking in passato e lo è tuttora con la rigenerazione urbana, che sto scoprendo sempre di più tra Bauhaus of the Seas Sails e Upskill 4.0.
Se dovessi consigliare un libro particolarmente efficace sul Design Thinking, quale sarebbe e perché?
Se dovessi consigliare delle letture ne sceglierei due, una per il Design Thinking e una per la rigenerazione urbana, i miei temi di ricerca fino ad ora.
Il primo libro è “Creative Confidence” di David e Tom Kelley, uno dei pilastri della metodologia, che affronta un tema chiave per la giusta applicazione del design thinking e più in generale per la corretta risoluzione delle sfide che ci vengono poste: la creatività. Una dote che ci dimentichiamo di possedere ma che in realtà è nascosta in ognuno di noi e che bisogna solamente liberare, o come direbbero gli autori “unleash”, attraverso i giusti strumenti.
Il secondo libro è “Placemaker” di Elena Granata, un altro punto di riferimento ma questa volta per la rigenerazione urbana. Consiglio questa lettura perché nel mio piccolo (nelle mie esperienze di ricercatore e project manager) mi ha fatto capire come posso diventare un promotore di un cambiamento all’interno della mia città pur non essendo un architetto, un designer o un urbanista. A dirla tutta forse anche senza bisogno di essere ricercatore o project manager, ma semplicemente un cittadino consapevole. Ecco, consiglio questo libro sperando che possa essere fonte di consapevolezza in tutti coloro che decideranno di leggerlo.
Quali sono i tuoi progetti per il 2023?
Sono molto ottimista per il 2023. Spero possa essere un anno di grandi progetti, a livello nazionale e internazionale, sia con Upskill che con la ricerca. Ho vissuto i primi progetti Upskill e posso dire che in due anni il livello è aumentato in maniera esponenziale, grazie alle solide basi che sono state messe all’inizio unite alla ricchezza portata dalle colleghe che si sono aggiunte nel tempo. Tutto mi fa pensare che questa crescita continuerà, perciò sono molto curioso di vedere quali sfide ci aspettano in questi mesi. L’auspicio più grande sarebbe quello di riuscire a mettere insieme gli ingredienti e le competenze di queste due esperienze che sto vivendo per lasciare un impatto, o anche un piccolo seme di cambiamento, nella città in cui vivo e in quelle per cui lavoro. Sarebbe sicuramente un grande traguardo.