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Sei strategie circolari per progettare un’economia circolare ad impatto positivo

L’analisi del report Ellen Mac Arthur Foundation

A cura di Elena Masi

Negli ultimi dieci anni, la Fondazione Ellen MacArthur ha esplorato a fondo il concetto di economia circolare e il suo potenziale trasformativo per il nostro pianeta. Ora più che mai, emerge una visione chiara: non basta più limitare i danni, dobbiamo puntare a un futuro nature-positive, dove lo sviluppo economico e il ripristino della natura camminano di pari passo.

Immaginate città più verdi, quartieri che respirano, costruzioni che non solo riducono l’impatto ambientale, ma rigenerano attivamente l’ecosistema urbano. Con questo report dal tiolo “Building Prosperity: Unlocking the potential of a nature-positive, circular economy for Europe” pubblicato a luglio 2024, la Fondazione Ellen MacArthur presenta sei strategie circolari per il settore delle costruzioni, capaci di creare valore economico, migliorare il benessere dei cittadini e rendere le nostre città più resilienti e competitive. 

Le economie lineari, basate sul modello “produci, usa e getta”, hanno causato enormi danni come la perdita di biodiversità, il cambiamento climatico e l’inquinamento delle acque, l’economia circolare ci invita invece a ripensare il ciclo di vita dei materiali, limitando al massimo l’uso di risorse vergini e massimizzando il valore degli oggetti già prodotti. La Fondazione Ellen Mac Arthur ha schematizzato benissimo queste dinamiche nel diagramma a farfalla riportato di seguito.

Questo report pone l’accento sul fatto che l’economia circolare non sia solo una questione di riciclo, ma sia un approccio rigenerativo per definizione. L’Europa è solo all’11,5% di economia circolare se consideriamo il recupero di materiali e la riduzione dei rifiuti (secondo l’European Environment Agency EEA). È necessario portare questo concetto oltre la semplice gestione dei materiali, adottando soluzioni che aiutino la natura a rigenerarsi, così come avviene negli ecosistemi naturali. Il concetto di “nature-positive” punta a soluzioni che non solo evitano il danno, ma contribuiscono attivamente al ripristino della natura​. La Fondazione Ellen MacArthur fornisce sei strategie per agire, strategie focalizzate sul settore dell’edilizia ma che hanno effetti positivi estesi.

Le sei strategie circolari

  1. Sviluppo dei siti “brownfield” (aree dismesse): riutilizzo di terreni abbandonati o sottoutilizzati, spesso contaminati da precedenti attività industriali o commerciali, al fine di migliorarne il potenziale economico e affrontare le problematiche ambientali preesistenti.
  2. Riconvertire edifici commerciali inutilizzati vecchi e di classe bassa in abitazioni multifamiliari. Trasformare gli spazi vuoti nei centri urbani europei in abitazioni multifamiliari ad alta densità può stimolare l’attività economica locale, infatti i costi delle infrastrutture si riducono grazie alla priorità data allo sviluppo ad alta densità su terreni contaminati.
  3. Massimizzare o aumentare strategicamente le aree ricoperte da alberi, favorire l’ estensione graduale degli spazi verdi per ridurre le aree trafficate e migliorare la qualità dell’aria, per ridurre le temperature e migliorare la salute dei cittadini. La valorizzazione degli spazi verdi rende le città più vivaci e attraenti, aumentando il fatturato annuale di negozi, ristoranti, bar e caffè. Inoltre aumentare il verde urbano potrebbe ridurre le temperature delle città di 1-3°C, diminuendo l’intensità delle inondazioni del 10-20% e migliorando la qualità della vita e abbassando i costi sanitari.
  4. Espandere le aree blu/verdi cioè aree di vegetazione e acqua che siano adatte alle condizioni climatiche locali e diffuse nelle città. Come parchi urbani e “pocket parks”, tetti e pareti verdi, SuDs (Sistemi di drenaggio urbano sostenibile) e strade o pavimentazioni permeabili. L’uso strategico degli spazi verdi e blu porta a una diminuzione dei consumi energetici e idrici per famiglie e imprese. Un design degli uffici ben integrato con la natura favorisce il miglioramento della salute mentale, del benessere e della produttività.
  5. Progettare in modo efficiente in termini di materiali: ridurre il volume dei materiali nei componenti edilizi senza compromettere l’integrità strutturale, includendo la prefabbricazione, il design biomimetico, la costruzione modulare e la stampa 3D. Costruire utilizzando strutture modulari scegliendo materiali riciclati, alternative bio-based rigenerative, e materiali prodotti tramite processi di produzione a bassa emissione di carbonio. Queste strategie potrebbero ridurre la domanda di materiali di 250 milioni di tonnellate, facendo risparmiare ai costruttori fino al 20% dei costi materiali per progetto.
  6. Utilizzare materiali a basso impatto: scegliere materiali non tossici e a basso contenuto di carbonio, come l’acciaio e il cemento a basse emissioni, il legno ingegnerizzato e altri materiali a base biologica.

Secondo il report, il settore edilizio ha un enorme potenziale per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Grazie a queste sei strategie, potremmo ottimizzare l’uso degli edifici esistenti, riducendo il fabbisogno di nuove costruzioni, integrando materiali a basso impatto ambientale. 

Inoltre un ampliamento di queste strategie potrebbe creare opportunità di lavoro in diversi settori, dalla bonifica dei terreni, alla pianificazione urbana e progettazione nature-based. Iniziative di verde urbano potrebbero portare alla creazione di nuovi ruoli nel design del paesaggio, nella manutenzione degli alberi, nell’orticoltura e nell’ecologia urbana, mentre la richiesta di strutture più efficienti e materiali a basso impatto potrebbe aumentare la domanda di specialisti nel design digitale e nelle tecnologie avanzate di costruzione.

Complessivamente il report stima che adottando queste pratiche, l’Europa potrebbe generare oltre 575 miliardi di euro di valore economico e 150 miliardi di euro di benefici ambientali e sociali​. 

Le sei strategie devono essere applicate in maniera sistemica da diversi stakeholder, sono fondamentali per creare città più resilienti e per aiutare i paesi europei in un contesto globale caratterizzato da catene di approvvigionamento vulnerabili e da sfide geopolitiche rilevanti. Queste iniziative, che puntano a rigenerare l’ambiente urbano e a ottimizzare l’uso delle risorse, non solo riducono l’impatto ecologico, ma favoriscono anche la creazione di valore economico e sociale. L’impegno verso la transizione circolare descritto nel report può essere esteso anche agli altri settori e rappresenta una leva cruciale per costruire un futuro più responsabile e rigenerativo, capace di rispondere alle sfide climatiche e di migliorare la qualità della vita nelle nostre città.

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Questo articolo è parte di Forward Thinkers, una newsletter tematica che offre un concentrato di contenuti da report, articoli e approfondimenti selezionati, letti e analizzati dal team Upskill 4.0 per affrontare le sfide future con una visione chiara e positiva, con un approccio a innovare e costruire qualcosa di nuovo.
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