La ricerca “Futuro Qui! Territori e giovani generazioni” è un progetto che racchiude l’essenza di Upskill 4.0 e il risultato di otto mesi di lavoro intenso.
È una ricerca promossa da Fondazione Cariverona e condotta da Upskill 4.0, che ha raccolto la voce di oltre 1.000 giovani tra i 18 e i 34 anni attraverso un questionario e dieci focus group nelle province di Verona, Vicenza, Belluno, Mantova e Ancona.
L’Italia sta vivendo una crisi demografica senza precedenti: natalità ai minimi storici, popolazione sempre più anziana, giovani che partono senza tornare. Se un tempo questo fenomeno riguardava soprattutto il Sud, oggi colpisce anche le province del Nord e del Centro. La perdita di capitale umano non è più un rischio, ma un problema reale che minaccia lo sviluppo economico, l’innovazione e il tessuto sociale delle comunità.
Con questa ricerca abbiamo scelto di cambiare prospettiva: invece di concentrarci su chi parte, abbiamo dato voce ai giovani che hanno deciso di restare, cercando di capire le loro ambizioni. L’elemento davvero innovativo della ricerca è stato realizzarla con i giovani e non “solo” per i giovani, con uno sguardo orientato alle soluzioni per chi abita i nostri territori.
Il messaggio che vogliamo lanciare è chiaro: il futuro si costruisce mettendo insieme generazioni e competenze diverse, ascoltando e agendo. Per Upskill 4.0 non è solo una ricerca. È stato un esercizio concreto di ascolto e confronto, che ci ha ricordato quanto sia fondamentale dialogare con i giovani, lavorare con loro e per loro, davvero. I risultati sono stati presentati a Verona nel corso di un evento organizzato in collaborazione con Will Media, e ha delineato con chiarezza le priorità e le criticità che influenzano la scelta di partire e, soprattutto, di rimanere delle nuove generazioni.
Se la qualità della vita riceve ancora una valutazione positiva (3,7 su una scala da 1 a 5), le fondamenta sono fragili, legate più a elementi tradizionali (come il cibo o la presenza di impianti sportivi) che a condizioni sistemiche, in grado di garantire prospettive a lungo termine. La ricerca evidenzia il profilo di una generazione pragmatica, che non si lascia guidare da idealismi ma da valutazioni realistiche: per rimanere, servono certezze sul futuro. Non misure temporanee o incentivi a breve termine, ma un piano concreto di interventi strutturali per trasformare il territorio in un ecosistema dinamico e attrattivo.
Uno degli aspetti centrali dell’indagine riguarda proprio il lavoro e le retribuzioni. Il 43,5% dei giovani è insoddisfatto degli stipendi, considerati troppo bassi rispetto al costo della vita. A questo si aggiunge un diffuso disallineamento tra formazione e mercato del lavoro: il 41,6% ritiene che il proprio titolo di studio non trovi riscontro adeguato nelle opportunità professionali offerte dal territorio. A pesare è anche la mancanza di prospettive di crescita (32,9%), che spinge molti a guardare altrove per costruire una carriera più solida.
I servizi pubblici e la mobilità sono altri due elementi chiave nella scelta di restare o partire. L’81,2% considera la qualità della sanità un fattore decisivo per rimanere, seguito dall’efficienza dei trasporti e dalle opportunità di crescita professionale. Il sistema di mobilità, in particolare, è percepito come inefficiente e limitante: l’assenza di collegamenti rapidi e affidabili rende difficile spostarsi per studio, lavoro e tempo libero senza un’auto privata. Questa carenza di infrastrutture frena la vivibilità del territorio, alimentando il desiderio di trasferirsi in città più connesse e dinamiche.
Anche l’accesso alla casa rappresenta un ostacolo significativo. Il 47,9% dei giovani si dichiara insoddisfatto dell’offerta abitativa, considerata economicamente inaccessibile. Il mercato degli affitti non offre soluzioni adeguate e i costi di acquisto restano proibitivi. Di conseguenza, molti under 35 sono costretti a rimanere a vivere con i genitori, rinviando decisioni cruciali come la creazione di una famiglia o l’avvio di una vita indipendente.
Un ultimo aspetto critico riguarda infine la scarsità di spazi di aggregazione e di un’offerta culturale stimolante. Come emerso dai focus group, i giovani lamentano la mancanza di luoghi di incontro e iniziative che rendano il territorio più attrattivo anche dal punto di vista sociale. La percezione diffusa è che la vita nei centri urbani di media dimensione sia troppo statica e poco adatta a chi cerca nuove esperienze culturali e opportunità di networking.
La ricerca non si ferma alla denuncia, ma individua una nuova proposta di agenda, composta da sette leve strategiche, su cui intervenire per rendere i territori più attrattivi per le nuove generazioni:
- Mobilità: trasporti pubblici moderni ed efficienti per connettere meglio i territori e ridurre la dipendenza dall’auto privata.
- Spazi: luoghi di aggregazione innovativi che uniscano lavoro, formazione e socialità, favorendo la crescita di comunità dinamiche.
- Partecipazione: coinvolgimento dei giovani nei processi decisionali locali, attraverso strumenti di ascolto e di cittadinanza attiva.
- Cultura: un’offerta più contemporanea e inclusiva, con eventi e iniziative capaci di rendere i territori più attrattivi e stimolanti.
- Governance: un nuovo modello di gestione territoriale che metta al centro i bisogni e le idee delle nuove generazioni e favorisca l’innovazione.
- Lavoro: opportunità professionali di qualità, con salari equi e reali possibilità di crescita.
- Abitazione: politiche che rendano l’accesso alla casa più sostenibile per chi vuole costruire il proprio futuro nel territorio.
Leggi la ricerca completa a questo link https://www.upskill40.it/futuro-qui/